Zappoh! produce zafferano purissimo esclusivamente da bulbi italiani certificati e senza alcun uso di sostanze chimiche di sintesi.

Abbiamo altri progetti in corso, tutti molto interessanti!

I terreni si trovano ai piedi del monte Ocre, a 850 metri di altitudine, a pochi km da L’Aquila, lontano da aree industriali e strade trafficate: un gran bel posto con una storia ricchissima e affascinante.

Zappoh! nasce dal nostro amore per questo luogo, dal bisogno di bellezza e dalla ricerca di una speciale forma di senso e, in fondo, anche di salvezza.

Allo stesso tempo però, non abbiamo una visione romantica o bucolica della terra, e sappiamo bene di aver scelto una strada difficile.

Entrambi abbiamo antenati contadini, uomini e donne che per generazioni hanno lavorato la terra per campare: se avessero potuto scegliere, molto probabilmente avrebbero fatto (quasi) qualunque altra cosa.

Noi invece, dopo aver fatto tutt’altro – ma proprio tutt’altro – abbiamo potuto scegliere, e questo in fondo è stato possibile anche grazie a quegli uomini e a quelle donne.

Così, senza fare troppa retorica, Zappoh! è anche un modo per tributare ai nostri avi una sorta di personalissimo omaggio.

Recupero e cura della terra

A noi di Zappoh! piace l’idea di far tornare questa terra (a lungo lasciata incolta e in stato di semi-abbandono) a essere bella, generosa e accogliente.

Cerchiamo di farlo mantenendo il più possibile un equilibrio tra coltivazione e produzione spontanea: sui nostri terreni abbondano i cespugli di rosa canina e di biancospino, la vite selvatica, i cardi e una moltitudine di erbe spontanee.

Più che proprietari di questo luogo, ci sentiamo suoi custodi.

Per noi cura del territorio significa anche cura della comunità che in quel territorio vive e lavora, esattamente come noi e intorno a noi, e con la quale crediamo sia importante creare connessioni e reti solidali.

Agricoltura naturale

Occorre capirci sulle parole: per agricoltura naturale di solito si intende un insieme di tecniche di coltivazione proposte dal giapponese Masanobu Fukuoka negli anni ’40 (link).

Ecco, noi non seguiamo rigorosamente questo metodo – per quanto ci sembri affascinante e valido: tanto per fare un esempio, non potremmo lasciare crescere in modo spontaneo le erbe cosiddette infestanti perché in quel caso non riusciremmo più a ritrovare le piantine di zafferano*.

Abbiamo scelto tuttavia di lavorare la terra nel modo meno invasivo e più sano possibile. E siamo alla continua ricerca di tecniche per minimizzare il nostro impatto ambientale.

Questo per noi significa in pratica seguire i criteri della coltivazione biologica, addirittura con maggior rigore, se possibile.

Perché allora non abbiamo la certificazione bio?

Prima di tutto perché ci piace pensare di poter instaurare un rapporto di fiducia con chi sceglie i nostri prodotti e poi perché, per dir così, preferiamo la sostanza ai titoli.

 

*una cosa di quel tipo accadde durante il primo lockdown per la Covid-19: non abbiamo frequentato il terreno per quasi tre mesi, col risultato che tutto era diventato una distesa – molto bella, peraltro – di un mix di erbe spontanee alte 1.70-1.80, tra le quali le piantine di zafferano erano del tutto invisibili.

Prezzo giusto

Ecco, qui la faccenda si fa piuttosto intrecciata.

 

In linea di principio crediamo sia un bene che quello che produciamo possa andare al maggior numero possibile di persone, perché è tutto buonissimo.

 

Però, se non si usano fertilizzanti, insetticidi e diserbanti – e su questo siamo ferrei – occorre per forza molto più lavoro.

Non un po’ di più.

Molto, molto di più.

Alla fine, siccome non produciamo pane o altri beni essenziali per la vita, ci sembra giusto proporre il prezzo che tiene conto prima di tutto della qualità che il nostro gran lavoro ha permesso di raggiungere.

A proposito invece di alimenti e beni essenziali per la vita: per come la pensiamo noi dovrebbero essere di qualità (nel senso di buoni, sani e fatti bene) e alla portata di tutti (ma proprio tutti).

Ma questo – come si suol dire – è un altro discorso.